Una visita a Palazzo Farnese a Roma e la Mostra "Dalle collezioni rinascimentali ad Amabasciata di Francia"

 

La Roma Barocca è quella più conosciuta. La Roma Rinascimentale è quella che preferisco. Uno dei monumenti più affascinanti di quel periodo a Roma è sicuramente lo stupendo Palazzo Farnese, sito nell'omonima piazza, a ridosso della folcloristica e chiassosa Campo de' Fiori. Il Palazzo è da molto tempo sede dell'Ambasciata Francese in Italia ed è quindi sede istituzionale, non facilmente visitabile al suo interno. Però, grazie ad una lodevole iniziativa dell'attuale ambasciatore, con l'occasione di una mostra di dipinti e sculture aperta fino al 27 aprile 2011, è stato possibile visitare parecchie sale del Palazzo ed i meravigliosi cortili che lo cingono. Tale mostra, dal titolo: "Dalle collezioni rinascimentali ad Ambasciata di Francia", è stata da sfondo a questa visita che non può che stupire anche in una città come Roma dove si è abituati alle bellezze artistiche. L'idea della mostra è quella di esporre opere che, originariamente presenti nel Palazzo, si trovano ora in altri luoghi, in primis il Museo Archeologico Nazionale e quello di Capodimonte entrambi a Napoli.

Dunque, complice l'idea di un mio amico, non mi sono lasciato sfuggire l'occasione di una visita. Non commento troppo l'esterno del Palazzo, perchè visibile dalla piazza. Dico solo che la mano di Michelangelo si è posata sulla facciata e si vede. Facendo un piccolo sforzo è possibile, girando sulla destra e andando fino a Via Giulia, osservare un lato del Palazzo, sede di un gradevole cortile. Il lato in questione è opera del Sangallo ed è forse la parte rimasta più fedele al progetto originario. Naturalmente, approfittando dell'occasione dell'apertura, è stato possibile godere in pieno di questa zona del Palazzo, prima di entrare nel successivo secondo cortile interno dove la mano prima del Sangallo, poi di Michelangelo ed infine del Vignola e del Della Porta, si sono susseguite in un tripudio di scelte architettoniche tutte nell'ottica dell'eleganza e sobrietà tipiche del Rinascimento.

La prima sala visitata è stata quella della Sala d'Ercole. Sala ampia e altissima, con uno stupendo soffitto ligneo disegnato dal Vignola, autore anche di un pregevole camino su una delle pareti. La sala prende il nome dalla copia della statua d'Ercole, d'origine classica. Dalla sala inizia la Mostra vera e propria e subito spicca il ritratto di Paolo III del Tiziano, l'artefice della fortuna della famiglia Farnese. Prima di entrare nella Galleria dei Carracci, una perturbante statua mostra un erotico fondoschiena al visitatore. Si tratta della statua della Afrodite o Venere Callipige (cioè delle natiche). Statua dell'antichità (IV secolo A.C.) ma che rimane sospesa nel tempo, tanta è la potenza della grazia e non solo trasmessa da questa statua! La statua fa distrarre da un'altra importante scultura sulla destra, quella dell'Atlante Farnese che ha il pregio, nel grande globo scolpito sulle spalle, di essere testimone delle conoscenze geografiche dell'antichità classica. Compreso il fatto che la credenza della Terra piatta è più d'origine medievale che dell'antichità classica.

La seconda sala visitata è quella dei Carracci, detta la Galleria di Annibale Carracci, dato che Agostino Carracci non partecipò più di tanto all'opera per dissensi con il fratello. Un tripudio di affreschi di soggetto mitologico, non sacro. Si resta con il naso all'insù, sbalorditi dalla quantità e qualità degli affreschi che riempiono tutta la volta e parte delle pareti della sala. Riuscendo dalla Galleria e proseguendo il percorso, si notano una serie di pregevoli sculture relative ai busti dei filosofi dell'antichità. In una sala si nota ancora un manufatto in legno d'incredibile fattura: un armadio in noce realizzato su disegno del Della Porta. Infine una galleria successiva, dopo una con alcuni arazzi provenienti dal Palazzo del Quirinale, ci mostra alcuni splendidi dipinti. Tra i quali spiccano dei quadri di El Greco, pittore la cui enorme capacità espressiva appare tutta nel Ritratto di Gulio Clovio e ancor di più nel successivo dipinto la Guarigione del cieco. Tenebroso e particolare anche il ritratto di Papa Clemente VII per mano di Sebastiano del Piombo. Interessante poi la copia (ovviamente ridotta in quadro) dell'affresco del Giudizio Universale di Michelangelo nella Cappella Sistina, opera di Marcello Venusti. Infatti, si è potuto notare come nel quadro, dipinto praticamente in contemporanea con l'affresco originale, i colori siano di una vividezza che è stato possibile recuperare solo con il famoso restauro che, terminato alcuni anni fa, destò anche qualche discussione.

Solo nei giorni festivi e prefestivi è possibile vedere la Sala dei Fasti Farnesiani affrescata dai fratelli Salviati e dallo Zuccari, poichè sede usuale dello studio dell'Ambasciatore. Il nome della sala è tutto un programma e rende l'idea della fastosità che ci aspetta. 
Insomma, una  Mostra che ha puntato più sulla qualità che non sulla quantità e che, inoltre, ha avuto il pregio di aprire normalmente questo Palazzo al pubblico almeno per il periodo dell'esposizione. Per visitare il Palazzo dopo la fine della Mostra, è necessario, dal maggio 2011 riempire un modulo di prenotazione, qui rintracciabile ma i tempi e i modi per visitarlo sono purtroppo più difficoltosi.

Comunque, per il turista e non è d'obbligo un giro nella Piazza per ammirare almeno la stupenda armonia della facciata e rifarsi gli occhi.

Per chi volesse fare comunque un tour virtuale del Palazzo e della Mostra, può cliccare QUI.