Sciare nel cuore del Dolomiti Superski (Selva Val Gardena, Colfosco, Corvara, Piz La Villa, San Cassiano, Canazei ed Ortisei)
E' il comprensorio per definizione in Italia per la pratica dello sci alpino. Si sta parlando del Dolomiti Superski. Potenzialmente 1.200 km di piste sparse su più comprensori, tutte usufruibili con lo stesso ski-pass. Anche le descrizioni, ad esempio, della zona di Cortina e San Martino di Castrozza nelle pagine di questo stesso sito, appartengono a loro volta a due dei comprensori del Dolomiti superski.
Tuttavia, il cuore del comprensorio è quello che ruota attorno ai gruppi montuosi dolomitici del Sella e del Sassolungo. Tutto collegato, è difficile valutarne i chilometri di piste. I chilometri di piste qui descritti sono forse intorno ai 450 km! Tenete conto che uno sciatore medio in sei giorni di sci (la classica settimana bianca) è in grado di percorrere al massimo circa 250 km di piste e avrete la sensazione del tutto.
E' in pratica impossibile dare una traccia dettagliata dei percorsi da fare in un tale mare di piste ed essere esaurienti in tutto e per tutto. Qui si daranno una serie di consigli e opinioni sulle piste da non perdere, non trascurando quelle zone meno battute del comprensorio ma non per questo meno belle. In particolare ci si soffermerà sulle zone che rientrano nell'ambito dei seguenti paesi o frazioni: Selva Val Gardena, S. Cristina in Val Gardena, Ortisei, Colfosco, Corvara, Piz La Villa, Pedraces, San Cassiano e Canazei (zona Belvedere, Ciampac e Buffaure).
Con queste premesse avrete capito che almeno una volta ogni appassionato di sci alpino dovrebbe calpestare questo comprensorio. Aggiungete un panorama stupendo sulle Dolomiti che varia sempre a secondo di come vi spostiate e avrete il quadro del tutto. Niente lati negativi? Ce ne sono anche qui. Come ogni comprensorio di sci totale, può riservare la sorpresa che si passi uguale tempo a sciare che sugli impianti. Ci si muove in continuazione, si passa da una valle all'altra ma inevitabilmente i tempi di percorrenza sugli impianti si allungano. Altro problema è l'affollamento. Essendo una zona rinomata a livello internazionale, è difficile trovare poca gente sulle piste, anche nei periodi meno frequentati (gennaio ad esempio). La frequentazione della zona è poi cambiata alquanto negli anni. Oltre agli italiani, fino agli anni '90 la zona era meta dei tedeschi, oggi sostituiti in larga parte da altri europei e anche americani, mentre ultimamente si sono aggiunti numerosi russi e slavi. L'eccessiva frequentazione, porta al deteriorarsi in giornata delle condizioni di molte piste, specie quelle più famose (come la Gran Risa a Piz La Villa) o di collegamento (specie nel rinomato giro dei 4 passi). Se si ha la possibilità di sciare anche di sabato (giornata in genere di cambio in zona per le settimane bianche), avrete a disposizione il comprensorio con meno della metà della gente in giro. Altri sfruttano, neve permettendo, periodi di nicchia dove il comprensorio è pochissimo affollato. Ad esempio, il periodo immediatamente successivo all'8 dicembre e fino a pochi giorni prima di Natale, quando la zona si riempie per le festività. Oppure a marzo inoltrato e fuori dal periodo pasquale, sempre che le condizioni meteo e della neve siano favorevoli. Inoltre, cercate di evitare la settimana di carnevale, particolarmente affollata. Insomma, piccoli consigli per ovviare a questi inconvenienti che però non devono assolutamente inficiare il giudizio più che positivo. Infine, si segnala che per la natura del comprensorio, vasto e articolato è di fondamentale importanza calcolare i tempi di ritorno che sono spesso lunghi e con la possibile sgradita sorpresa di trovare qualche impianto chiuso per fine orario. Attenzione, quindi. Iniziamo ora a descrivere il vasto comprensorio preso in considerazione (i numeri tra parentesi si riferiscono agli impianti o piste nella cartine ufficiali).
Da Selva Val Gardena a Corvara con deviazione per Colfosco attraverso il passo Gardena
Partiremo da Selva Val Gardena, lato cabinovia del Dantercepies. La cabinovia, rifatta nella stagione 2013/2014 con l'aggiunta di una stazione intermedia, è all'arrivo di due bellissime piste: la nera Cir e la rossa Dantercepies. Da fare assolutamente la mattina, al più presto e questo è una costante per le piste più famose della zona. Quindi, appena partiti e arrivati in cima al passo Gardena (direttamente sulle piste al passo un albergo consigliabile per gli amanti dello sci e dei posti un pò isolati), giriamo a sinistra e troviamo davanti a noi la Cir e più a sinistra la Dantercepies. Piste lunghe, con buoni 700 metri di dislivello. Fatte entrambe e tornati di nuovo al passo Gardena, tiriamo dritti davanti a noi e sulla destra scenderemo un breve muro che da inizio ad un pistone lungo (40) e relativamente facile (dato come pista azzurra) che porta direttamente a Colfosco. A circa tre quarti di pista, possiamo decidere: o tiriamo dritti (come fa la maggior parte della gente) verso Corvara, oppure, a sinistra, prendiamo la cabinovia (46) che ci porta sulle piste di Colfosco. E' la classica deviazione verso quelle zone meno battute del comprensorio che però riservano sorprese: meno sciatori, belle piste (mai difficili) e sole. Alla fine della cabinovia, a destra puntare la seggiovia che si vede salire in alto sulla sinistra (50). Alla fine della seggiovia discesa sulle due piste rosse comunicanti fino ad arrivare alla cabinovia del Col Pradat (45). Si risale e alla fine due alternative: il muro in ombra della pista nera a sinistra (45), oppure l'alternativa azzura (45a) fino a scendere, con la pista 46 (almeno di decidere di stare ancora in zona a fare altre piste azzurre) di nuovo sul pistone di collegamento tra Selva e Corvara. Il pistone si interrompe (tenersi a sinistra e attenti a vedere l'entrata) alla cabinovia Borrest (34) che porta direttamente a Corvara, zona Boè. A sinistra la cabinovia del Boè (19). Da prendere anche questa la mattina al più presto, per assaggiare una discesa esaltante che ci riporta al punto di partenza. Infatti alla fine della cabinovia non scenderemo subito a sinistra per la pista rossa (1) ma andremo a prendere verso destra la seggiova del Vallon (20) fino ad arrivare a quota 2530. Dal Vallon, prima una pista nera e poi la rossa per un totale di quasi 1000 metri di dislivello! La sfida per i più provetti è farle senza mai fermarsi. Tenere presente che potreste trovare la pista rossa rovinata di pomeriggio all'altezza del canale iniziale (rocce a destra), quindi anche questa pista è meglio farla la mattina. All'uscita della pista rossa del Boè teniamo la destra per andare a prendere la seggiovia di collegamento (29) Costes da l'Ega che ci porterà alla cabinovia del Col Alt. Scesi dalla seggiovia, subito a sinistra e poi a destra (cartelli) con un attraversamento di strada (con neve fattibile senza togliersi gli sci) fino alla cabinovia Col Alt (1). Alla fine della cabinovia bisogna prendere una decisione. Infatti, dopo il muro iniziale (per i meno esperti si può scegliere un'alternativa a sinistra) si aprono due possibilità: o girare a sinistra e andare decisamente verso Piz La Villa o tirare dritti per andare verso la zona dell'Arlara, Pralongià e del Cherz.
Dal Col Alt al Cherz e variante all'Armentarola
Tutta la zona Pralongià e Cherz è un paradiso per i meno esperti. Al sole, su un panettone è l'ideale per chi voglia sciare in tranquillità. Un intersecarsi di piste azzurre, che cominciano prendendo la seggiovia Prè Ciablun (32). Cartina delle piste in vista, perchè non è facile districarsi nel dedalo delle piste che, scendendo con la pista azzurra n. 6, ci portano a prendere la seggiovia Pralongià II (16). Siamo al Pralongià, punto panoramico da cui parte un'azzurra che ci porta alla base della seggiovia Masarei (28) ed anche alla base della seggiovia Vizza (25). Con quest'ultima saliremo direttamente al Cherz. Alla fine della seggiovia, a sinistra pista azzurra ed a destra pista rossa che portano entrambe alla strada per il passo di Campolongo. Qui si può tornare indietro, oppure, attraversata la strada prendere la seggiovia Costoratta (23) che ci fa risalire in alto. Alla fine della seggiovia due alternative: o andiamo verso la rossa del Boè, già vista, e la prendiamo quasi all'inizio per poi riscendere, oppure giriamo a destra per una bella pista azzura in mezzo al bosco (2) fino alla strada che si riattraversa e si va a prendere la seggiovia Pralongià (15). Questa ci riporta in alto ma più a sinistra del Cherz e con lunga pista azzurra, riscenderemo nuovamente al Boè. Per gli amanti delle lunghe piste in mezzo al bosco e del buon mangiare, si segnala che dal Pralongia con la azzurra (9) si può arrivare fino all'Armentarola (bivio a destra non ben visibile lungo la pista dopo il rifugio Saraghes). L'Armentarola è un ameno posto sotto il gruppo delle Conturines, dove ha sede un albergo omonimo, ottimo per riposarsi un attimo in un ambiente accogliente. A puro titolo informativo, perchè esula dalla ski-area qui descritta, dall'Armentarola partono i taxi (a pagamento) che portano al passo del Falzarego da cui, una volta presa la funivia, si può scendere con una bella pista rossa verso la zona sciistica delle 5 Torri di Cortina (bivio a destra dopo il primo muro). In alternativa, a sinistra, si può tornare indietro con una pista rossa molto lunga (rischio neve rovinata a fine giornata) che passa vicino al Rifugio Scotoni e alla Capanna Alpina (per evitare di racchettare nell'ultimo tratto da qui taxi che a pagamento riportano al punto di partenza) poi di nuovo all'Armentarola. E' una gita consigliata, molto bella panoramicamente e soddisfacente.
Dopo essersi riposati eventualmente all'Armentarola, preso un breve skilift, con la pista azzurra (11) si arriva ai piedi della cabinovia di San Cassiano e poi al Piz Sorega. Da lì, con una serie di piste azzurre e alcuni impianti si può ridiscendere fino al Boè.
Dal Col Alt a Piz La Villa
Dopo il muro della cabinovia Col Alt se giriamo decisamente a sinistra prendiamo la seggiovia Baia Fraida (2). Scesi, andiamo a prendere la seggiovia Roby (3) e scendendo a sinistra arriviamo alla base della seggiovia Pre dai Corf (4). L'obiettivo di questi spostamenti è chiaro: raggiungere la Gran Risa, la mitica pista di Coppa del mondo. Infatti, scesi da quaest'ultima seggiovia ci troviamo su un pianoro con sulla destra il trendy rifugio Moritzino. Oltre il rifugio, dritto ed in mezzo all'arrivo della cabinovia di Piz La Villa, inizia la famosa pista. Subito un muro, cui segue una curva a destra ed un altro muro, entrambi in genere in condizioni poco ideali che fanno capire come questa pista sarebbe meglio affrontarla prima del gran passaggio degli sciatori, magari mai oltre le 10 - 10,30 di mattina. La Gran Risa, dal poco rassicurante pista numero 17, la vogliono fare proprio tutti e questo comporta il suo degrado in giornata. La pista vale la sua fama non tanto per la pendenza, quanto per il tracciato un pò a trabocchetto, con cambi di luce che non facilitano e con sciatori di tutti i livelli che attraversano di qua e di là. Dopo il secondo muro, a destra s'affaccia (per chi volesse un'alternativa) una bella pista rossa nel bosco (sempre 17).
Da segnalare che sempre a monte, presso il Moritzino e a destra dell'inizio della Gran Risa, parte una rossa non male, dritta e larga (6) che porta all'inizio della seggiovia Bamby da cui si può risalire verso la Gran Risa oppure ridiscendere con una tranquilla azzurra (24) che si ricollega alla pista rossa n. 17. Se si arriva a Piz La Villa con la Gran Risa si prende un ascensore e poi si sale di nuovo al Moritzino in cabinovia, mentre con la pista rossa ed azzurra si deve prendere una breve seggiovia e poi fare circa 100 metri a piedi per riprendere la cabinovia.
Una volta risaliti al Moritzino si può decidere se andare verso San Cassiano o se andare verso la zona Pedraces e Santa Croce. Per essere esatti, se si desidera andare verso Pedraces, conviene non risalire, dato che, alla fine della seggiovia presa dopo la pista rossa, un'altra seggiovia è proprio lì davanti per portarci a Pedraces.
Da Piz La Villa a San Cassiano e variante all'Armentarola
Ripresa la cabinovia, saliti al Moritzino, scendiamo con la pista rossa Bamby fino alla seggiovia La Fraina (30). Alla fine della seggiovia, siamo al Piz Sorega. Direttamente a destra del rifugio si prende la bella pista rossa (12) che con un percorso di un certo impegno e di soddisfazione ci porta a San Cassiano. Cabinovia e di nuovo al Sorega, da cui si può tornare indietro verso il Boè, oppure con una pista azzurra (11) si può fare una gita all'Armentarola, zona descritta in precedenza nella sezione dedicata al Cherz.
Da Piz la Villa a Pedraces e Santa Croce
Scendendo dal Moritzino con la rossa e presa la breve seggiovia alla fine della pista, ci si para davanti un'altra seggiovia che attraversa la strada. Con questa andiamo verso un'altra zona di piste poco frequentate ed ai margini del comprensorio ma sempre belle sia per sciare che per il paesaggio. Usciti a destra andremo a prendere un'altra breve seggiovia per raggiungere infine la seggiovia più lunga Gardenazza (56). Si scende con una pista rossa (26 e poi 27) fino alla seggiovia bidirezionale Praduc che ci trasporta nella zona di Santa Croce. Siamo di fronte alle pareti del Sasso della Croce (gruppo La Varela) e con la seggiovia Santa Croce (61) prima e La Crusc (62) poi arriviamo in alto. A sinistra dall'uscita dell'ultima seggiovia, un sentierino si inerpica verso una chiesetta ed il rifugio di Santa Croce. Panorama assicurato. Si possono lasciare gli sci all'inizio del sentierino ed andare a piedi, non eccessivamente faticoso. La discesa avviene con una lunga pista rossa. Leggermente prima della fine della pista, nel pianoro finale, sulla sinistra e vicino ad un skilift, potreste vedere una slitta trainata da due cavalli in attesa. Guidata da un tipico personaggio locale, vi può condurre ad un piacevole diversivo verso il rifugio Tana dell'Orso. Il ritorno verso Pedraces avviene sempre con la seggiovia Praduc in senso contrario e poi con la seggiovia Sponata (64). Alla fine della seggiovia, si ritorna a Piza La Villa con la azzurra (25) o rossa (26). Cabinovia e di nuovo al Moritzino. Adesso tirare dritto, superare un tratto di leggera pendenza e prendere la seggiovia Roby (3). Da lì, scendere verso destra ad una seggiovia che si fermerà all'intermedio in modo obbligatorio e con la pista azzurra n. 5 si scende fino a Corvara.
Da Corvara al Passo Gardena ed a Selva Val Gardena
Dato che il giro è iniziato a Selva Val Gardena, area Dantercepies, questo percorso riporta al punto di partenza ed è comune a tutti gli itinerari descritti prima per tornare all'inizio. Si scia poco ed è quasi tutto impianti. Stare attenti agli orari esposti, dato che la risalita fino al passo è lunga ed influenzata da eventuali file. Il primo impianto da prendere, accanto alla cabinovia Boè, è l'altra cabinovia (34). Attenzione: il fatto che questo impianto risulti aperto all'inizio non garantisce, in caso di ritardo, l'arrivo fino al passo Gardena. Garantisce solo fino a Colfosco. La successiva cabinovia Plans (39) potrebbe chiudersi mentre salite. Osservate bene gli orari di chiusura impianti segnalati all'inizio degli stessi. Il passo si risale con due seggiovie obbligate oltre alla cabinovia Plans (non scendere all'intermedio), giungendo all'arrivo della cabinovia Dantercepies. Da qui scendere con la Cir o con la Dantercepies a Selva, tenendo presente che entrambe le piste nel tardo pomeriggio sono generalmente in condizioni peggiori della mattina.
Per gli sfigati che restano bloccati nella risalita al passo c'è l'alternativa dei taxi che, con cifra relativamente modica per l'emergenza, vi portano a destinazione. Per chi restasse bloccato al passo proprio all'ultima seggiovia c'è il brivido di poter essere trainati in salita da una motoslitta (a pagamento) da un caseggiato con negozi visibile a destra sul passo Gardena fino all'arrivo della cabinovia Dantercepies.
Da Selva Val Gardena al rifugio Sass Becè di Canazei attraverso il passo Sella e ritorno
Il punto di partenza è la cabinovia del Ciampinoi (29) che si trova lungo la strada principale di Selva. Se state in località Larciunei (zona Dantercepies) scenderete fino alla strada con gli sci attraverso una stradina interna e sfruttando alcuni skilift dei campi scuola lì presenti. Il percorso segue praticamente il giro del Sellaronda antiorario (cartello verde). Dal Ciampinoi (attenzione alle file in ore mattutine) si scende tutto a sinistra per un muro dritto (la pista può risultare in condizioni pessime nel pomeriggio causa la frequentazione). C'è un'alternativa più facile di un viottolo che aggira il Ciampinoi, a destra del muro iniziale della pista nera Sasslong che porta a S. Cristina. Si scende passando il rifugio Ciampinoi sulla sinistra e si continua fino alla piana di Plan De Gralba, dal cui fondo risale una funivia. Non si deve puntare l'arrivo della funivia ma seguendo la pista si deve deviare più a destra, verso la seggiovia Seteur (45), identificabile perchè segnalata per il Sellaronda (cartello verde). Dalla seggiovia ci si avvia verso la cosidetta Città dei Sassi, un accumulo di enormi massi erratici provenienti dai fianchi del Sassolungo che domina sopra di noi. Prendere un pò di velocità, dato che bisognerà racchettare un pochino, specie se ci si sofferma sulle terrazze panoramiche a fare le foto. Il percorso è obbligato e va seguito sempre il segnale verde del Sellaronda, soprattutto quando si apre lo scenario del passo Sella, con il Sassolungo che cambia decisamente prospettiva, spaccato dall'evidente forcella del Sassolungo a destra. Con la seggiovia n. 49 si risale e si può decidere di spostarsi sugli impianti a destra per fare un pò di discese al passo, prima di scendere verso Canazei. Per andare verso la zona di Canazei bisogna, dal passo, seguire la pista che resta in contropendenza e non molto ripida per un bel pezzo, fino ad un bivio. Al bivio è preferibile girare a sinistra per la pista rossa, un pò meno frequentata della variante a destra. Si continua fino in fondo, senza assolutamente girare a destra per la pista rossa Mortic. Si intravede la cabinovia che risale verso Canazei e che si prende passando per un sottopassaggio (prendere un pò di velocità). La cabinovia Gherdecia (105) ci porta al centro del pianoro tutto sciabile di Canazei. Una volta scesi si può tranquillamente scegliere di sciare sfruttando le piste e gli impianti che si vedono. Comunque il giro termina al rifugio Sass Becè, punto ovviamente panoramico e che apre sul passo Pordoi e con la Marmolada tutta schierata sulla nostra destra. Ci si arriva con la seggiovia n. 107. Da qui si riscende con una lunga pista che attraversa il pianoro e puntando alla fondamentale pista di collegamento Lupo bianco. Poichè c'è il rischio relativo (si può tranquillamente ritornare su e riprovare) di smarrirsi alla fine del pianoro, puntare verso sinistra ad una serie di cartelli visibili in basso che indicano chiaramente la pista, peraltro segnalata come percorso orario del Sellaronda (cartello arancione). La Lupo bianco è in sè una bella pista rossa all'antica, cioè abbastanza stretta. Purtroppo, specie nel pomeriggio è frequentata dal rientro del Sellaronda e si trova spesso non in buone condizioni. Alla fine tiriamo dritti dopo un muro finale verso un sottopassaggio per andare a prendere la cabinovia (155) che ci riporta da Pian Frataces al passo Sella. All'uscita attraversare una pista e tirare dritti verso la seggiovia n. 153. La seggiovia ci riporta in alto e girando a destra cominciamo a scendere al passo Sella, superando la base di una seggiovia, proseguendo dritti e facendo attenzione a seguire i cartelli arancioni del giro del Sellaronda e le indicazioni per Plan de Gralba e Selva. Si tratta di una pista azzurra, tranquilla e che spazia con visuale a destra sulle Torri del Sella fino ad arrivare ad una seggiovia (48) che ci riporta in alto. Girando a destra alla fine della seggiovia, si percorre una bella pista rossa in mezzo al bosco fino a Plan de Gralba. All'altezza della funivia si tira dritti verso un evidente skilift. Alla fine dello skilift a destra si scende prima per un tratto di pista e poi per un canalone in ombra, in contropendenza e spesso ghiacciato, nonostante sia segnato come pista azzurra. Alla fine del canalone si arriva ad una breve seggiovia che serve solo a prendere velocità per un breve muretto e girare a sinistra in falsopiano verso Selva. In genere si tira dritto e racchettando non poco si arriva verso le case, anche se è possibile una variante poco visibile a sinistra quando inizia la zona più pianeggiante, seguendo un cartello arancione del Sellaronda. Se si deve arrivare a Selva paese, siamo arrivati. Altrimenti per la zona Dantercepies, bisogna attraversare la strada con un soprapasso stradale e si andrà verso la seggiovia Costabella (31) che ci riporta in alto. Breve muro e si ritorna alla base della cabinovia Dantercepies e relativi campi scuola.
Variante verso il Monte Pana dal Ciampinoi
L'itinerario precedente può essere reso più ricco visitando una zona meno frequentata di Selva ma panoramica e con alcune piste interessanti: il Monte Pana. Una volta scesi dal Ciampinoi per il solito muro tutto a sinistra, invece di proseguire per Plan de Gralba ci si mantiene sulla destra fino ad arrivare al Rifugio Comici. Da lì, sempre a destra, si prende una seggiovia (19) e, a destra all'arrivo, si apre una pista che percorre la base dell'imponente parete nord del Sassolungo e che con tranquilli tornanti porta ad un bivio con una seggiovia (Mont de Seura). Non si prende la seggiovia ma si tira dritto fino ad arrivare nella zona del Monte Pana. Alla base, una seggiovia (23) che permette di praticare due piste interessanti. La pista rossa Bravo e la pista nera Alfa. Quest'ultima ha il primo breve tratto in comune con la rossa e si prende deviando decisamente a destra verso alcuni paletti neri. Percorse entrambe ed una volta tornati su con la seggiovia n. 23, proseguiamo dritti verso la pista azzurra Charly che ci riporta al bivio del Mont de Seura e con la seggiovia n. 21 potremo ora scendere verso Plan de Gralba. A titolo indicativo, alla base della seggiovia n. 23, è possibile prendere lo ski-bus (5 euro a persona andata e ritorno) che porta, dopo un percorso tortuoso, nella zona del Saltria da cui è possibile frequentare tutte le piste dell'Alpe di Siusi (vedere più sotto il paragrafo relativo alla variante all'Alpe di Siusi).
Variante da Selva Val Gardena verso la zona del Ciampac e Buffaure sopra Canazei
L'itinerario è simile a quello per andare verso il Belvedere di Canazei fino al passo Sella. Quando si percorre la pista rossa che scende dal passo Sella verso la cabinovia che risale a Canazei, fare invece attenzione prima del muro finale. Sulla destra, parte una pista rossa ben segnalata chiamata Mortic e pochissimo frequentata, la quale con iniziale bella pendenza e tratto finale pianeggiante sbuca direttamente alle case di Canazei alta. Bisogna togliersi gli sci e andare in discesa per un 5 minuti a piedi, attraversare il paese fino ad arrivare alla strada statale in basso dove si trova subito la fermata dello ski-bus (gratis con lo skipass) per Alba di Canazei. Dopo pochi minuti di ski-bus (circa 6 euro a persona e valido per tutto il giorno) saremo alla base della partenza della funivia per il Ciampac. Un'alternativa per coloro che vogliono fare tutto sci ai piedi, evitando la Mortic, è quella di salire in alto con il classico itinerario già visto per il pianoro di Canazei, raggiungere la zona Belvedere e da lì spostarsi verso destra per prendere a scendere la funivia n. 130 dal Col dei Rossi ed arrivare ad Alba di Canazei di fronte alla funivia per il Ciampac. Il Ciampac è un'altra delle zone defilate del Dolomiti superski. Meno frequentata ma con piste che meritano attenzione. Ideale per una giornata (specie se assolata) lontano dalla folla delle piste più conosciute. La funivia sale all'altopiano del Ciampac, conca che fino al primo pomeriggio è in pieno sole. A sinistra dell'arrivo, specie di mattina e se le condizioni della neve sono buone, si trova una delle più belle piste del comprensorio: la nera del Ciampac. Impegnativa al punto giusto e lunga al punto giusto riporta direttamente alla base della funivia. Dalla stagione 2014/2015 il tracciato è stato rivisto e migliorato. Tornati su bisogna guadagnare la sella che s'intravede in fondo al pianoro. Possibilità di sciare su alcune seggiovie e skilift presenti sul Ciampac. Con due nuove seggiovie Orsa Maggiore e Pala del Geiger da alcuni anni è possibile passare alla zona del Buffaure verso Pozza di Fassa. Scavalcata la Sella Brunech con lunga pista, cambia ancora lo scenario e potremo vedere il gruppo montuoso del Catinaccio. Prima di scendere verso valle si potranno fare alcune piste rosse nella zona del Buffaure. Puntando verso Buffaure di sopra con una seggiovia, si scende con lunghissima ed esaltante pista rossa, per buona parte nel bosco, dentro la Valle San Nicolò. Dalla stagione 2014/2015 interessante variante sulla destra della pista rossa (circa ad un terzo del percorso) con la nuova pista nera Vulcano che scende direttamente alla base della cabinovia a Pozza di Fassa. Se invece si percorre la pista rossa, l'ultima parte della pista diviene una tranquilla passeggiata in falso piano senza però mai racchettare fino alla base della cabinovia in frazione Meida di Pozza di Fassa. A sinistra s'intravedono alcune piste, di cui una nera che, tempo a disposizione permettendo, si può decidere d'andare a fare. La cabinovia ritorna al Buffaure di sopra e con una seggiovia si riguadagna al contrario la sella Brunech e si scende di nuovo verso il Ciampac. Alla base della funivia si prende la nuova funivia n. 130 che porta di nuovo su al Col dei Rossi per rientrare nel circuito del Sella Ronda. All'uscita bisogna ritornare verso la zona Pecol per andare a prendere la pista rossa di ritorno Lupo bianco. Da qui in poi il ritorno segue l'itinerario visto nella sezione da Selva al rifugio Sass Becè di Canazei.
Da Selva Val Gardena a Santa Cristina ed Ortisei per la ski-area del Seceda (con variante all'Alpe di Siusi)
Si parte anche in questo caso dalla base della cabinovia del Ciampinoi (29). All'arrivo si deve imboccare la pista nera di Coppa del mondo per la discesa libera Sasslong (provate a farla nei tempi dei campioni: circa 1 minuto e 20 secondi!). Per farlo o si va a destra per il primo muro, oppure si affronta una variante ancora più in pendenza che si prende andando a sinistra. La variante poi si ricollega alla pista che scende tra muri e falsopiani tipici delle discese libere fino a S. Cristina (nota che nel video linkato prima gli sciatori fanno la variante). Un'alternativa gradevole può essere la pista rossa da prendere a destra a circa un terzo di pista e che scende passando accanto ad un pittoresco castello (Castel Gardena). Arrivati in basso si prende, andando dritti una vera e propria metropolitana sotterranea che attraversa il paese e ci fa sbucare verso la zona del Seceda. Si prende all'uscita la cabinovia (14) che sale al Col Raiser. Inaspettatamente, questa parte di ski-area ci riserva una chicca da non perdere: la corta ma molto pendente nera del Col Raiser. Un muro unico che scende accanto alla seggiovia Cisles da cui prende il nome. Per fortuna il muro è abbastanza esposto al sole e quindi raramente ghiacciato. La pendenza sfiora, da una personale empirica misurazione con orologio Suunto, i 34° (cioè circa il 65% di pendenza). Tornati su con la seggiovia tiriamo dritti per una azzurra verso la base della seggiovia n. 8 da cui vediamo tutta la zona sciabile del Seceda: praticamente un'unica, enorme pista larghissima molto simile al Grostè a Madonna di Campiglio. Da provare una breve nera accanto alla seggiovia n. 81 e poi scendere di nuovo alla base della seggiovia n. 8. Tornati su, al punto più alto, non resta che affrontare la lunghissima pista rossa che dai 2500 metri del Seceda scende quasi fino ad Ortisei paese (a circa 1300 metri) per più di 1200 metri di dislivello! Si torna su prima con una cabinovia e poi con una funivia.
Variante all'Alpe di Siusi
Come alternativa, arrivati alla base della cabinovia presso Ortisei, si scende con scala mobile e poi a piedi attraversando il paese per andare a prendere la cabinovia n. 1 che sale da Ortisei all'Alpe di Siusi. Le piste dell'Alpe di Siusi sono molto scenografiche, formano un carosello numeroso tutto sull'altopiano e non sono particolarmente impegnative (rosse e azzurre). L'atmosfera dell'Alpe di Siusi è poi tutta particolare: convivono insieme sciatori, fondisti, slittini, slitte trainate da cavalli, semplici escursionisti a piedi e madri con carrozzina!. Una volta all'Alpe di Siusi, cercare d'arrivare con la seggiovia n. 71 alla Punta d'Oro (bel panorama sullo Sciliar). Nel caso si decidesse di proseguire verso l'Alpe di Siusi, vale però sempre la raccomandazione di calcolare bene i tempi del ritorno, dato che bisognerà ridiscendere con cabinovia al paese, prendere cabinovia e funivia per il Seceda per poi seguire l'itinerario descritto di seguito. L'alternativa per arrivare direttamente in zona Ciampinoi passa invece dalla zona del Saltria (estrema zona a sinistra dell'Alpe di Siusi), dove prendere lo ski-bus (a pagamento) che porta al Monte Pana, risalire con seggiovia (23) al Mont de Seura e da qui riguadagnare la zona Ciampinoi-Plan de Gralba e poi scendere a Selva.
Ritorno dal Seceda a Selva Val Gardena
Ritornati al Seceda si scende, anche qui con lunga pista prima rossa e poi azzurra, fino all'arrivo della metropolitana (più di 900 metri di dislivello). Presa la metropolitana si esce andando verso destra per riprendere la cabinovia n. 17 e poi la seggiovia a sinistra n. 18 che riporta al Ciampinoi. A questo punto, scendere direttamente giù a Selva o con una pista rossa a destra o a sinistra con l'impegnativa nera Ciampinoi, nel pomeriggio quasi sempre rovinata specialmente nella parte bassa finale.
Spero che la descrizione vi sarà di aiuto e a corredo potete vedere alcune mie foto delle piste del comprensorio: