Pareyson filosofo dell'interpretazione

 

Pareyson, a dispetto del nome poco conosciuto, è stato uno dei filosofi italiani più importanti dell'ultimo scorcio del secolo passato. Per dimostrarlo basta dare una rapida scorsa ad alcuni articoli di stampa fatti per il decennale della sua scomparsa. C'è anche un centro studi a lui dedicato.

Il libro segnalato racchiude un'antologia di testi sull'ermeneutica. A pag. 172 si legge: "Ogni relazione umana... ha sempre un carattere interpretativo. Ciò non accadrebbe se l'interpretazione non fosse di per sé originaria... in essa si attua la primigenia solidarietà dell'uomo con la verità..." E poi, a pag. 179: "La verità è unica ma la sua formulazione è sempre molteplice...non c'è contraddizione, perché in virtù dell'interpretazione sempre insieme storica e rivelativa, l'unicità della verità si fa valere solo all'interno delle storiche e singole formulazioni che se ne danno...".

L'ermeneutica è potente quando parla dell'interpretazione nel campo dell'arte, ma nel campo della verità in senso cosidetto oggettivo?

Si può dire che verità unica e molteplicità di formulazioni attengano ai criteri valutativi di un predicato? Esempio: ho mangiato una torta buona/cattiva; entrambe le affermazioni sono vere perché attengono ad un criterio unico: una torta è stata mangiata ma le formulazioni valutative sono multiple (due nell'esempio).

Se aggiungo una terza asserzione: non è stata mangiata una torta, allora anche questa è vera per P.? Se così fosse, allora la verità attiene non solo a valutazioni ma anche a fatti che possono contemporaneamente accadere e non accadere (un pò contrario alla logica insomma)! Tuttavia se ne può uscire se accettiamo l'ipotesi che l'unicità della verità si fa valere solo all'interno delle storiche e singole formulazioni... Ovvero che una verità è determinata dalle situazioni (storia) e nell'esempio dato può benissimo coesistere una terza persona che non ha mangiato la torta. Infatti, portando all'estremo il discorso di P. e affermando che comunque e sempre una verità si autodetermina, sembra difficile sfuggire poi a ipotesi di soggettivismo. Si noti che anche verità scientifiche possono dirsi determinate dalla situazione storica in cui avvengono. A pag. 190 poi si afferma il carattere perenne, mai compiuto dell'interpretazione: "questa interminabilità tipica dell'interpretazione... è piuttosto la sua perfezione...".

Dunque l'interpretazione potrebbe essere analoga ad una sequenza casuale, nel senso descritto in Barrow e cioè l'interpretazione descrive un fenomeno la cui complessità è maggiore della sue potenzialità di descrizione, quindi per esser compreso necessita di informazioni maggiori di quelle possibili!