Eraclito e i presocratici
C'è un'antologia di testi e frammenti di filosofi greci che è fondamentale possedere.
Si tratta del libro I presocratici testimonianze e frammenti a cura di Diels e Kranz.
Nelle pagine introduttive, quando si parla di Eraclito si legge questo importante passo: "esplicitamente Eraclito afferma che l'uomo non è razionale e che solo ciò che ci circonda possiede intelligenza."
Questa è una grande affermazione. In un colpo solo la prospettiva cambia e le cose (cioè il mondo degli oggetti) assumono un aspetto molto diverso.
In sostanza, non è l'uomo ad avere razionalità ma le cose. Quindi, l'uomo, con sforzo, può penetrare la razionalità delle cose ma, essendo irrazionale, ricade nell'errore. E dove cade nell'errore? Semplice. Eraclito dice che solo ciò che ci circonda è razionale, si badi bene. Quindi, sembra evidente che si riferisca al solo mondo della natura. L'uomo è razionale nello sforzo di capire la natura, perché è costretto ad immedesimarsi nella sua razionalità ma è assolutamente incapace di costruire qualcosa di completamente razionale di suo.
Volete una riprova della potenza dell'affermazione? Nella tecnica l'uomo è razionale. Questo perché la tecnica è manipolazione comunque della natura e si porta appresso la razionalità di quest'ultima. Tuttavia la tecnica è un connubio tra uomo e natura e, quindi, contiene un germe di irrazionalità che le proviene dall'uomo. Cioè la tecnica non sarà mai completamente razionale e può avere strane e spesso drammatiche conseguenze.
Tale fatto accade spesso ed è evidente. Di più: se la tecnica è solo parzialmente irrazionale, lo è totalmente invece il mondo delle vicende umane. Ovvero, l'uomo costruisce ad immagine e somiglianza della sua irrazionalità l'ambiente sociale, economico, civile, ecc. che lo circonda. Questo fatto ricorda l'angelus novus di Benjamin: una rovina gigantesca...