Un insolito film italiano: La migliore offerta di Giuseppe Tornatore
Perche insolito? Perchè la trama e tutto il film tende ad uscire parecchio fuori dai soliti canoni dei film dei registi italiani. Una robusta ed equilibrata trama di fantasia al di là della solita routine dei soggetti cinematografici (in sostanza una vera e proria storia letteraria degna di un racconto se non di un romanzo), per di più accompagnata da una sottile dose di noir. Attori internazionali di sicura fama (Geoffrey Rush, Jim Sturgess e Donald Sutherland) per questo film di Giuseppe Tornatore che risulta alla fine essere uno dei suoi migliori, insieme al noto Cinema Paradiso e al meno conosciuto Una pura formalità del 1994 diventato con gli anni un film cult. Quest' ultima fatica del regista può dirsi decisamente fuori da quel provincialismo di cui è spesso accusato il cinema italiano. In genere pubblico e critica hanno favorevolmente accolto quest'ultima opera. In effetti tutta la pellicola riesce ad essere piuttosto coinvolgente, con un momento di stanchezza solo momentaneo fino ad un finale stringente per svelare il tutto. La trama è meglio non raccontarla per correttezza verso chi non l'avesse ancora visto. Inoltre, nel film qua e là, sono sparse alcune figure perturbanti come la nana che recita litanie di numeri senza senso e che ognuno può alla fine interpretare in più modi. Qualcuno vi ha visto il 'doppio' del protagonista, colei che vede al posto suo le cose che lui non vuole vedere. Infatti, nell'insieme il film può essere interpretato come una potente allegoria della nostra tendenza a falsificare la realtà pur di vedere in essa ciò che vogliamo vederci. Ovvero che spesso la realtà è quella che noi vogliamo vedere e non necessariamente quella che essa è veramente. L'illusione siamo noi a volerla e qualcuno prima o poi potrebbe approfittarsene. Nessuno è estraneo a questo processo durante la sua vita. Capita sempre un momento in cui una finzione diventerà la realtà mentre la realtà vera resta innefabile perchè non ha emozioni: nella sua brutalità, è semplicemente. Tuttavia nel soggetto del film, tutto di Tornatore compresa la sceneggiatura, il protagonista appartiene al mondo dell'Arte, ne è un cultore meticoloso, appassionato e profondo conoscitore. Quindi il film non vuole essere solo una storia sull'auto-falsificazione della realtà ma anche sul rapporto tra Arte e realtà. Quanto questo rapporto possa essere stretto è magistralmente raccontato nelle scene del caveau pieno di famosi ritratti di donne, raccolti quasi maniacalmente dal protagonista nella sua vita e che hanno surrogato in tutti sensi il suo rapporto con l'altro sesso, almeno fino all'entrata in scena della donna (reale) che soppianterà nell'interesse le donne dei quadri. Insomma, il film di Tornatore sembra quasi essere la rappresentazione filmica del concettto di Gombrich per cui l'Arte è una forma di equivalenza che permette di vedere la realtà come se fosse un'immagine e un'immagine nei termini della realtà e questo processo è determinato dalla nostra risposta a certi rapporti. Tuttavia l'Arte è spesso menzognera perchè è troppo coerente, mentre la realtà è contraddittoria e spesso priva di coerenza. Tanto per capirci: tutti gli happy end cinematografici e letterari sono l'espressione massima di questa coerenza. Succede di tutto ma poi alla fine i conti tornano. Nella realtà, quasi sempre, i conti non tornano e in ogni falso si nasconde sempre qualcosa d'autentico, come dice la ragazza del film. Questo lo sapeva bene Borges, maestro delle finzioni letterarie.
Il trailer: